Fattura estera con lavoro occasionale e partita IVA

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Un dubbio che spesso attanaglia i lavoratori indipendenti o freelance ha a che vedere con il modo di fatturare verso l’estero sia in caso di lavoro occasionale sia in caso in cui si sia possessori di partita IVA

 

Come funziona esattamente quando ci troviamo a prestare i nostri servizi verso imprese con sede all’estero che non operano come sostituto d’imposta in Italia? Chi paga le tasse? 

 

Se volete trovare risposta a queste questioni, andate avanti con la lettura di questo articolo in cui proveremo a soddisfare questi interrogativi. 

 

Fattura verso l’estero: come funziona? 

Andiamo subito al nocciolo della questione descrivendo il modo in cui bisogna operare quando si lavora con l’estero. 

 

Dal 01/01/2019 infatti è diventato obbligatorio registrare tutte le operazioni che avvengono anche verso l’estero, sia che si tratti del territorio europeo sia se si tratti di territorio extraeuropeo. 

 

Le strade da percorrere sono due: 

  • Invio di fattura elettronica, la quale non è obbligatoria in alcuni casi come quanto si prestano i propri servizi verso l’estero o si è assoggettati al Regime Forfettario ma è un’operazione che ci esonera dall’inviare la comunicazione Esterometro
  • Invio di fattura cartacea, in questo caso la comunicazione Esterometro diventa obbligatoria tranne per coloro che sono assoggettati al Regime dei Minimi o i piccoli produttori agricoli. 

 

Esterometro: di cosa si tratta esattamente? 

Il fatto che chi opera con l’estero sia esente dall’obbligo di fattura elettronica ha portato lo Stato a cercare un modo per far sì che le operazioni verso l’estero siano comunque rendicontate così da evitare frodi fiscali. 

 

Ecco perchè è stato istituito l’Esterometro ovvero le operazioni con l’estero dovranno comunque essere comunicate telematicamente all’Agenzia delle Entrate

 

La compilazione dell’Esterometro può non essere operazione semplice in quanto richiede l’immissione di molti dati e di alcune fasi imprescindibili. 

 

Proprio per questo è sempre bene richiedere consulenza ad un commercialista esperto in materia di diritto internazionale in grado di guidarvi al meglio nella compilazione ed evitarvi errori e sanzioni.  

 

Come funziona con il lavoro autonomo occasionale estero? 

Non tutti i soggetti che prestano il proprio operato verso committenti italiani o esteri sono possessori di partita IVA. 

 

Questo ad esempio accade quando le prestazioni hanno carattere di sporadicità e non coordinazione ad esempio quando si presta il proprio servizio in modo del tutto occasionale ad un’impresa senza essere per questo ad essa assoggettati. 

 

Requisiti fondamentali per poter operare con prestazione occasionale è che non si superino i 30 giorni continuativi e i 5000 euro di guadagni nel corso dell’anno fiscale. Oltre tale somma infatti diventa obbligatorio aprire la partita IVA.

 

La fattura emessa verso il committente estero è esattamente uguale a quella che emettereste verso un committente italiano con l’unica differenza che se il committente non ha un’organizzazione stabile in Italia non opera come sostituto d’imposta quindi in questo caso non sarà necessario applicare alcuna ritenuta di imposta. 

 

Prestazione occasionale estera e tasse

Nella fattura estera quindi il prezzo lordo e quello netto coincideranno in quanto non sarà applicata alcuna ritenuta d’acconto

Questo non vuol dire che saremo esenti dalle tasse, che verranno calcolate in sede di Dichiarazione dei Redditi. 

 

Partita IVA e prestazioni estere 

Vediamo un po’ cosa succede nel caso in cui si sia titolari di partita Iva, in particolar modo quando si è assoggettati al Regime dei minimi, il Regime Forfettario e si svolge una prestazione verso l’estero. 

 

Stiamo parlando dei casi in cui il professionista svolge il lavoro interamente in Italia da remoto, si pensi ad esempio ad un grafico pubblicitario o ad un web developer che non usufruiscono di un ufficio all’estero ma svolgono il lavoro interamente da casa. 

 

Nel caso in cui il professionista opera dal paese in cui è residente e non ha base fissa all’estero, sarà soggetto a sola tassazione italiana

 

Se invece parliamo di un professionista con base fissa all’estero, sarà soggetto a tassazione sia in Italia sia nel paese estero in cui opera

 

E’ importante, quando si prestano servizi autonomamente per conto di committenti italiani o esteri, sapere bene come muoversi in questo senso. Per questo occorre chiedere consulenza a contabili esperti in grado di indicarci le soluzioni più adatte alla nostra specifica situazione.

 

Se vuoi trovare un consulente commerciale online sei nel posto giusto. 


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