La consulenza legale: quando l’intervento di un avvocato non è necessario

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Quando si parla di consulenza legale si pensa subito all’attività forense svolta da un avvocato. In realtà il consulente legale e l’avvocato sono due figure diverse, non solo per le prestazioni che offrono ma anche per il percorso di studi intrapreso. Come vedremo, infatti, un consulente legale può anche essere un professionista con un percorso di studi che non sia strettamente legato alla giurisprudenza.
In questo articolo vogliamo parlarvi proprio della consulenza legale, quando la si può richiedere e per cosa differisce dalla consulenza data da un avvocato. 

 

Va subito detto che vi sono attività che possono essere svolte esclusivamente da un avvocato iscritto all’albo ma in tante altre situazioni ci si può avvalere di un consulente legale.
Ma quali sono quelle situazioni in cui è necessario avvalersi di un avvocato e quando è possibile rivolgersi invece ad un consulente legale?
Può risultare strano che un professionista che non sia avvocato possa in qualche modo fornire un servizio legato alla sfera legale. Su questo punto di vista si è espressa anche la Comunità Europea che stabilisce il principio della libertà della prestazione di servizi: in pratica anche se non si è iscritti ad un determinato albo, l’erogazione di quel servizio non costituisce esercizio abusivo della professione, salvo nei casi in cui la legge attribuisce espressamente dette attività esclusivamente agli iscritti all’albo.

 

Proprio nel caso della prestazione legale vi è anche una sentenza della Cassazione che sancisce che la “prestazione di opera intellettuale nell’ambito dell’assistenza legale è riservata agli iscritti agli albi forensi solo nei limiti della rappresentanza, assistenza e difesa delle parti in giudizio e, comunque, della diretta collaborazione con il Giudice nell’ambito del processo”; si fa quindi riferimento al fatto che al di fuori di situazioni che richiedono l’intervento di un giudice è consentita la consulenza legale. Ed ancora “al di fuori di tali limiti, l’attività di assistenza e consulenza legale non può considerarsi riservata agli iscritti agli albi professionali”. Quest’ultima si ricollega alla questione del compenso che, nella fattispecie, è un diritto di chi esercita tale attività stragiudiziale.

 

Quando è necessario rivolgersi ad un avvocato

La legge impone che nel caso in cui un individuo è intenzionato a fare causa e che questa causa abbia un valore superiore di 1.100€, è necessario l’intervento di un avvocato, anche se nella causa in questione è previsto l’intervento di un giudice di pace. In più è bene specificare che nei casi in cui la causa dovesse svolgersi all’interno di un tribunale, il cittadino non può difendersi autonomamente e non può rivolgersi ad altre figure professionali che non siano avvocati abilitati alla professione, anche se esperte nella materia di pertinenza della pratica giudiziaria.

 

Una cosa che va in un certo senso chiarita è che per esercitare l’attività forense, la laurea in giurisprudenza da sola non basta. Per essere avvocati abilitati è necessario non solo essere laureati in giurisprudenza ma anche aver superato l’esame di abilitazione dopo il tirocinio, essere iscritto all’albo e alla Cassa Forense. Inoltre, visto che in questi casi si parla di attività in proprio, è necessario possedere anche una partita Iva.
Quindi, detta in poche parole, quando si parla di pratiche a carattere giudiziario è necessario rivolgersi ad un avvocato che abbia superato tutti gli step appena descritti.
Alcuni esempi di pratiche a carattere giudiziario sono l’esecuzione dei pignoramenti o nei casi di mediazione in cui questa sia propedeutica ad una causa.

 

Quando ci si può avvalere della consulenza legale

Abbiamo quindi visto che se in una determinata causa interviene un giudice, è necessario l’intervento di un avvocato.
Nel caso contrario, ovvero quando la pratica non ha carattere giudiziario, è possibile rivolgersi ad un consulente legale.
Alcuni esempi di pratiche che possono essere trattate da un consulente legale sono:

  • Conciliazioni nel caso in cui non è necessario l’intervento di un giudice;
  • Diffide e contestazioni;
  • Richiesta di risarcimento per un incidente stradale (che ovviamente non abbia avuto gravi implicazioni; in quel caso è necessario rivolgersi ad un avvocato);
  • Querele e denunce;
  • Consulenza non finalizzata alla difesa in giudizio;

Qualsiasi sia il tipo di pratica, se la consulenza legale viene fornita a pagamento, il consulente è tenuto a prendersi la responsabilità di eventuali errori e al conseguente risarcimento per eventuali danni causati.

 

Chi può esercitare l’attività di consulente legale

Alla base della consulenza legale vi è ovviamente una profonda conoscenza della materia. In molti casi a volgere la consulenza legale sono laureati in legge che hanno deciso di non iscriversi all’albo, ma anche laureati in scienze legali.
Vi sono poi professionisti di altri settori, come ad esempio ingegneri o commercialisti, che grazie alle loro competenze nel settore di riferimento e alle normative che lo regolano, possono fornire una consulenza legale.

 

Un ingegnere edile, ad esempio, può fornire una consulenza legale per risolvere questioni legato proprio al settore dell’edilizia (regolarizzare un’immobile, ad esempio).
Figure professionali che spesso e volentieri offrono servizio di consulenza legale sono commercialisti e consulenti del lavoro tanto che, spesso e volentieri, queste professioni vengono confuse.
Infine, anche gli avvocati abilitati possono svolgere l’attività di consulenza legale.

 

Perché richiedere una consulenza legale?

A questo punto potrebbe sorgere una domanda: perché ci si dovrebbe avvalere di una consulenza legale e non di un avvocato abilitato alla professione?
Per rispondere a questa domanda è bene ribadire che i consulenti legali hanno un raggio d’azione molto più ampio di quello che si possa pensare.
In certi casi la consulenza legale può essere ancora più specifica rispetto ad una prestazione di un avvocato e questo perché magari il consulente a cui ci siamo rivolti è un professionista del settore di pertinenza della pratica.
Un esempio potrebbe essere il recente adeguamento di tutti i siti web alle nuove regole in fatto di GDPR. 
La consulenza legale si rivela molto utile nell’avvio di una startup: se fatta bene può preventivare e prevenire criticità legali che possono insorgere durante questo processo.
Per quanto riguarda i costi, in molti pensano che la consulenza legale sia meno costosa rispetto ad un servizio svolto da un avvocato abilitato; in realtà questo non è sempre vero e molto dipende dal tipo di servizio che si va a richiedere. I costi sono poi commisurati anche all’esperienza del consulente legale: se particolarmente bravo ed esperto, un consulente legale può chiedere parcelle anche piuttosto esose.
In questi casi, quello che consigliamo è di non rivolgersi ad un professionista solo perché ci fa risparmiare; un risparmio sulla parcella del professionista potrebbe ritorcersi contro e potremmo ritrovarci a dover sborsare più soldi per una consulenza sbagliata. La cosa migliore è richiedere la consulenza del professionista più adatto a risolvere la nostra situazione, in modo da essere certi di aver ricevuto la giusta assistenza. 


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