La consulenza sul lavoro: un aspetto fondamentale per aziende e singoli imprenditori

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Decidere di avviare un’impresa è, manco a dirlo, una decisione molto importante.
Le responsabilità e le scelte che comporta sono tante e riguardano diverse branche. Basti pensare, ad esempio, alla gestione fiscale, una materia molto complessa che proprio per questa ragione viene generalmente delegata a professionisti del settore.
Un aspetto fondamentale per qualsiasi azienda è poi la gestione del personale.
Quando un’azienda di piccole e medie dimensioni dispone di un certo numero di dipendenti, la gestione di questi ultimi è un aspetto che va curato in modo attento, in modo da poter assicurare i diritti ma anche di gestire situazioni particolari che sarebbe un po’ complesso gestire in maniera autonoma.
Vi sono delle figure professionali iscritte ad un albo che si occupano proprio di questo aspetto, i consulenti del lavoro, appunto.

Il diritto del lavoro

Prima di occuparci della consulenza sul lavoro e della figura professionale che se ne occupa, è opportuno accennare al diritto del lavoro, una branca importantissima del Diritto Civile.
La consulenza del lavoro è una disciplina che si occupa proprio del Diritto del Lavoro, ovvero, l’insieme delle norme che regolano il rapporto di lavoro e che tutelano i diritti fondamentali del lavoratore.
In particolare, il Diritto del Lavoro si compone di norme che regolano i rapporti tra lavoratore e datore di lavoro e dal Diritto sindacale. Quest’ultimo è un’ulteriore branca del diritto del lavoro che si occupa più miratamente dell’aspetto collettivo dei lavoratori, difendendo i diritti fondamentali.
Tornando al diritto del lavoro tout court, possiamo quindi definirlo, in termini molto semplici, come quell’insieme di norme che disciplinano il rapporto tra il datore di lavoro e i suoi dipendenti che ha come cardine il contratto di lavoro che si stipula tra le due figure.
Il diritto del lavoro, sebbene disciplini il rapporto tra dipendente e datore di lavoro, va ovviamente a tutelare la parte più debole, ovvero, il dipendente. Questi, infatti, per forza di cose si trova in una posizione di inferiorità nei confronti del datore di lavoro, sia come posizione, sia economicamente.

La figura del consulente del lavoro

In questo contesto si inserisce quindi la figura professionale del consulente del lavoro.
Attorno a questa figura vi è molta confusione ed in molti non hanno ben chiaro quali sono le reali mansioni e le sue aree di competenza. Tantissimi, addirittura, confondono il consulente del lavoro con il commercialista, due figure che, sebbene possano per certi versi sembrare simili, se guardiamo solo all’aspetto fiscale, in realtà sono molto differenti; in particolare, il consulente del lavoro è specializzato proprio nel diritto del lavoro.
Va però detto che il percorso di studi in economia è uno di quelli che può essere intrapreso per diventare consulente del lavoro.
Il consulente del lavoro è un professionista, solitamente indipendente, iscritto ad un albo e che fa riferimento a Ordini organizzati territorialmente. Egli presta il proprio servizio alle diverse aziende che hanno alle proprie dipendenze dei lavoratori. 
Possiamo considerare il consulente del lavoro una figura professionale relativamente giovane; è infatti da poco più di trent’anni che le aziende si avvalgono di queste specifiche figure. Questa figura professionale ha una forte conoscenza del diritto del lavoro ed è soprattutto richiesta dalle piccole e medie imprese, ma anche con i singoli individui che richiedono una consulenza.
Adesso che abbiamo un po’ più chiaro cosa sia il diritto del lavoro e che il consulente del lavoro è appunto uno specialista di tale materia, è naturale chiedersi quali sono, all’atto pratico, le funzioni di un consulente del lavoro e in quali situazioni è giusto che intervenga.

Alcuni aspetti della consulenza sul lavoro

Come detto, il diritto del lavoro si occupa di tutelare la parte più debole del contratto tra datore di lavoro e dipendente. In quanto profondo conoscitore della materia, il consulente del lavoro si occupa proprio di tutte quelle mansioni che riguardano l’assistenza e l’amministrazione del personale.
Viste le tante sfaccettature che un contratto di lavoro comporta, possiamo ben immaginare che le aree di competenza della consulenza del lavoro siano tante e varie. Per esempio, chi si occupa di questo particolare tipo di consulenza si occupa anche dell’assistenza e della consulenza aziendale; ciò significa che segue le diverse aziende su tutto ciò che concerne il lavoratore, facendo in modo che tutto sia a regola. Alcuni esempi? L’inquadramento del dipendente, le ore lavorative, la paga, i giorni liberi e così via. In questi casi, ovviamente, il consulente del lavoro applica quelle che sono le direttive statali.
Compito del consulente del lavoro è anche trasmettere eventuali dimissioni dei dipendenti, svolgere una consulenza tecnica, elaborare le buste paga, assistere il dipendente in caso  e così via.
Si occupa anche delle risorse umane, selezionandole e formandole.
Le sue attività sono rivolte comunque anche all’azienda: il consulente del lavoro, ad esempio, potrebbe essere chiamato a rappresentare l’azienda per la quale svolge la propria attività in tribunale in caso di controversie con dipendenti o ex-dipendenti (non è raro, ad esempio, che il consulente del lavoro rappresenti l’azienda in cause che riguardano il licenziamento per giusta causa).

Come si diventa consulente del lavoro

Come già accennato, la figura del consulente del lavoro, per poter operare, deve essere registrata ad un albo professionale. La registrazione ad un albo comporta avere una laurea in percorsi di studio di natura economico-giuridici, come ad esempio giurisprudenza, economia, scienze politiche o scienze dell’amministrazione.

 

Dopo aver conseguito la laurea, per potersi abilitare sarà necessario svolgere due anni di praticantato presso lo studio di un consulente abilitato. Il praticantato è una fase essenziale che permette all’aspirante consulente del lavoro di iniziare a mettere in pratica tutte le nozioni apprese durante il percorso di studi, nonché la preparazione necessaria per superare l’esame di Stato. Finito il tirocinio e superato l’esame di Stato, ci si potrà iscrivere al Registro dei praticanti tenuto dal Consiglio dell’Ordine nella Provincia di residenza.
E proprio l’esame per diventare consulente del lavoro è piuttosto complesso. Questo prevede sia una prova scritta, sia una prova orale. Entrambe vertono su argomenti cardine della professione come Diritto penale, economia aziendale e, ovviamente, diritto del lavoro. 
Solo dopo aver superato l’esame di Stato ci si potrà iscrivere all’albo provinciale dell’ordine.

L’importanza della consulenza del lavoro

Da quello che è stato scritto fino ad ora è facile comprendere quanto la consulenza sul lavoro e la materia alla quale fa riferimento siano fondamentali. Si tratta di un appiglio, di un riferimento sia per i dipendenti, che possono conoscere ed esercitare i propri diritti attraverso le normative, sia per le aziende, che possono gestire sotto ogni aspetto il proprio personale seguendo le leggi vigenti.  


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